Il computer a bordo della Stazione Spaziale Internazionale

Stazione Spaziale Internazionale ISS

Il primissimo mio approccio diretto con l’informatica avvenne quando frequentavo il terzo superiore di Ragioneria. Il docente di dattilografia, prof. Barile (e chi se lo dimentica?), diede a tutta l’aula la possibilità di sperimentare l’ebbrezza di mettere mano sull’Olivetti M24. Un pezzo di storia!

Aveva due delicatissimi dischi esterni: uno (lettera A) conteneva il sistema operativo, credo il DOS 3.2, e l’altro (lettera B) il programma per la video scrittura. La presenza di questi due dischi tra l’altro, è il motivo per il quale il disco successivo, quello interno, adesso viene identificato con la lettera C.

olivetti M24

In realtà, da bambino, avevo già messo mano su altri computer e precisamente su un Commodore 64 (vedi il post) anche se mettere mano per me significava, all’epoca, vedere qualcun altro che ci giocava. Quel Commodore, anche se poteva essere utile per fare altro, veniva infatti usato prevalentemente a scopo ludico. Mettevi la cassetta al minuto e secondo in cui sarebbe dovuto iniziare il gioco, avvolgevi il nastro e poi un bel “load” digitato sul PC e si iniziava a giocare!

Con l’M24 però la situazione era diversa: il PC serviva per lavorare e precisamente, serviva per scrivere… senza una macchina per scrivere. In pratica il PC era considerato una evoluzione della macchina per scrivere. Ecco perchè l’incaricato alla gestione delle preziose macchine era il docente di dattilografia!

Il mio primo vero computer in casa lo ebbi al compimento del mio 18esimo anno: un assemblato comperato dal negozio di Lorenzo (con cui avrei collaborato 10 anni dopo), nello specifico, un 80386SX con 1 MB di RAM e un HD con pochi MB (non ricordo quanti) e un vano per i floppy A da 1,44 MB. Non avevo il floppy B. Tutto collegato ad un ingombrantissimo monitor 14″ a tubo catodico. Il sistema operativo era il DOS (credo il 5.0).

Costava troppo e la mia famiglia non ritenne (giustamente) opportuno regalarmi la versione più costosa, il 386DX. All’epoca appartenevi all’èlite se avevi in casa un 486DX.

Ecco la versione DX dell’80386

Roba d’altri tempi direte voi!

E no! Non proprio roba d’altri tempi. Ho scoperto infatti che la Stazione Spaziale Internazionale funziona con processori Intel 80386SX a 20 MHz. Cioè… lo stesso del mio primo vecchio PC!!. E questa è stata per me una sorpresa. Pensate che io lo usavo per farci girare Monkey Island e gli ingegneri invece riescono a governare una Stazione Spaziale!
L’immagine che segue non è mia ma l’ho trovata tramite Google Images. L’ho scelta perché mi ricorda incredibilmente, almeno nell’aspetto, il mio primo assemblato. Quello che riusciva a fa girare persino l’avido Windows 3.1. Partiva il DOS e poi si digitava il comando “win” per farlo partire. L’unica differenza, rispetto al mio computer, è che in questa foto c’è il lettore CD che sarebbe arrivato tra le mie mani dopo mooooolto tempo (e comunque nella sua versione a 4x, non a 16x come quello nella foto).

Buona vita!

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